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Sistemi ad osmosi inversa: manutenzione, installazione dei ricambi

I sistemi ad osmosi inversa. Come funzionano

I sistemi ad osmosi inversa sono ideali per migliorare la qualità dell’acqua dei nostri rubinetti. Lo abbiamo detto tante volte, questo genere di prodotti può essere utilizzato sotto il lavello delle nostre cucine per abbattere i sali minerali, inquinanti e altre impurità fornendo acqua buona e pura. Come ogni sistema, ha necessità di manutenzione e cure.

Di seguito, il video in cui ti spieghiamo come effettuare la manutenzione di un impianto a osmosi inversa e l’installazione dei ricambi. Se preferisci leggere, invece, prosegui l’articolo sotto al video!

I sistemi ad osmosi inversa sono dei particolari impianti in grado di separare solvente da soluto scartando impurità, sali minerali in eccesso e possibili inquinanti.

Un sistema ad osmosi inversa è composto generalmente da un’elettrovalvola che permette l’ingresso dell’acqua nel sistema. L’acqua viene filtrata da un filtro a carbone attivo che può essere abbinato ad un secondo filtro a sedimenti. Possiamo vedere questi due filtri come degli schermi per preservare la pompa, booster o a palette, che viene immediatamente dopo. 

Qual’è la funzione della pompa? In un sistema ad osmosi inversa, la pompa ha la funzione di spingere l’acqua verso la membrana (o le membrane) ad una pressione che può variare dai 6 agli 8 bar. Tale pressione, infatti, è necessaria per separare solvente da soluto e ottenere acqua osmotizzata.

Dunque, la vera anima degli impianti ad osmosi inversa è data dalle membrane. Queste sono costituite da un tubo centrale di raccolta del permeato e da più strati della membrana che hanno lo scopo di trattenere tutto quello che non è molecola idrofila.

Un sistema ad osmosi inversa è in genere dotato di un regolatore della salinità. Perchè? Questo consente di regolare il valore del TDS (Total dissolved solid) espresso in ppm. Sappiamo che il limite di legge per un’acqua potabile è 1500 ppm ma per ottenere un’acqua oligominerale possiamo stare su valori che variano da 80 ppm a 120 ppm. Questa regolazione avviene proprio grazie ad una valvola in grado di miscelare acqua osmotizzata con acqua filtrata alzando il valore in base alle proprie esigenze.

In caso in cui avessimo la necessità di abbattere il valore del TDS (ad esempio il caso in cui avessimo arsenico nell’acqua in concentrazioni importanti) possiamo ridare salinità all’acqua affidandoci a filtri in linea post-osmosi remineralizzatori e regolatori del Ph.

Il lavoro delle membrane, dunque, prevede la separazione del solvente dal soluto. Nel caso dell’acqua, i sali minerali e le impurità vengono separate dall’acqua. Ma dove finiscono? Tutti i sistemi ad osmosi inversa producono acqua osmotizzata e acqua di scarto che finisce direttamente nelle acque grigie. Il rapporto è, in genere, 2 a 1 ma dipende molto dalla qualità dell’acqua in ingresso.

 

Come è fatta una membrana ad osmosi inversa

Qui un approfondimento su cos’è e come funziona un sistema a osmosi inversa.

La manutenzione dei sistemi ad osmosi inversa

I sistemi ad osmosi inversa, per funzionare correttamente, devono seguire una manutenzione regolare. Ma quali sono le attività di manutenzione da svolgere?

Consideriamo che, come abbiamo detto, un sistema ad osmosi inversa è dotato di uno o due filtri e una o più membrane.

La manutenzione di questi dispositivi segue delle procedure differenti. I filtri in linea a carbone attivo e a sedimenti hanno una durata media di 6 mesi per cui è importante procedere alla loro sostituzione regolarmente per consentire un corretto grado di filtrazione prima della pompa.

Le membrane, invece, hanno un’autonomia di circa 3 anni. Questo dipende molto dalla qualità dell’acqua in ingresso. Un’acqua dura, infatti, può ridurre notevolmente l’autonomia della membrana intasandola prima della sua saturazione naturale. La manutenzione di questi elementi si abbina ad un altro importante passaggio da effettuare con cadenza annuale, la sanificazione dell’impianto. Questa procedura consiste nel far passare una certa concentrazione di acqua e cloro nel sistema lasciandolo agire qualche minuto. Infine si procede alla pulizia finale del macchinario. In questo modo avremo sempre un impianto sanificato e pronto ad erogare acqua buona da bere.

Possiamo quindi riassumere la manutenzione dell’impianto a osmosi inversa in tre passaggi:

  1. Cambio del filtro a sedimenti e a carboni attivi;

  2. Sanificazione dell’impianto con acqua+cloro nella giusta concentrazione;

  3. Sostituzione delle membrane osmotiche e pulizia finale del macchinario.

Come cambiare i raccordi ad innesto rapido

Come abbiamo visto, la manutenzione dei sistemi ad osmosi inversa prevede la sostituzione dei filtri e delle membrane osmotiche. Per effettuare la sostituzione è necessario agire sui raccordi ad innesto rapido. Questi raccordi sono dotati dei classici innesti rapidi che, grazie ad un o-ring interno, consentono di mettere in sicurezza i tubi ed impedire possibili perdite. 

La sostituzione di questi raccordi è molto semplice. Sia che si tratti di sostituire i filtri o le membrane e sia che si tratti di una manutenzione destinata alla risoluzione di un problema collegato alla perdita d’acqua, la sostituzione avviene allo stesso modo.

Per sganciare il tubo dal raccordo è necessario premere sull’anello presente intorno al tubo. In questo modo andiamo a sganciare il tubo dal raccordo il quale può essere sfilato dall’attacco.

A questo punto possiamo sostituire il raccordo e ricollegare il tubo all’interno dell’anello facendo attenzione che aderisca bene fino in fondo.

Per maggiore sicurezza, una volta innestato il tubo, possiamo provare a sfilarlo senza premere sull’anello. Se innestato correttamente, il tubo dovrebbe rimanere agganciato al raccordo senza sfilarsi.

Problemi e soluzioni in un impianto ad osmosi inversa

I sistemi ad osmosi inversa, durante il ciclo di vita del prodotto, possono subire dei problemi. Il primo lo abbiamo già visto, si tratta delle perdite d’acqua da un raccordo. In questi caso basta sostituire il raccordo per ripristinare il corretto funzionamento del macchinario.

Fra i problemi più comuni riscontrabili in un sistema ad osmosi inversa troviamo l’accensione della pompa regolarmente per qualche secondo anche in assenza di richiesta d’acqua.

Questo problema può dipendere da tre fattori. Il primo riguarda sempre una possibile perdita di uno dei raccordi. Questo può causare una perdita di pressione dell’impianto che viene compensato dalla pompa attraverso delle mini accensioni.

In caso non ci siano perdite, il problema potrebbe dipendere dalla valvola di non ritorno presente prima del pressostato di massima. Se la valvola non chiude correttamente ci potrebbe essere un abbassamento di pressione e per risolvere il problema dovremmo andare a sostituire la valvola agendo sugli innesti rapidi come visto prima.

Se anche con la sostituzione della valvola di non ritorno il problema dovesse rimanere, dovremmo andare a gestire il pressostato. In questo caso, ci sono dei sistemi dotati di un solo pressostato (per cui la sostituzione dovrebbe risolvere la problematica) e dei sistemi dotati di pressostato di minima e pressostato di massima. In questo caso dovremmo principalmente andare a regolare il pressostato agendo sulla vite centrale e, in casi estremi, a sostituire il pressostato di massima che dovrebbe avvertire l’abbassamento di pressione chiedendo, così, alla pompa di attivarsi per riportare l’impianto in pressione. 

Altro problema riscontrabile è un abbassamento del flusso anche con membrane nuove.

In questo caso dobbiamo andare a verificare il passaggio dell’acqua partendo dall’elettrovalvola. Questa, in genere, è dotata all’ingresso di una rete di protezione che con il lavoro potrebbe intasarsi impedendo il passaggio dell’acqua.

Un altro punto in cui possiamo verificare una strozzatura nel passaggio dell’acqua è nella pompa. Il calcare, infatti, può causare, nel tempo, delle incrostazioni che possono portare ad una riduzione del flusso d’acqua.

Proprio il calcare, infine, è un nemico dei sistemi ad osmosi inversa. Infatti, se è vero che un sistema ad osmosi abbatte anche il calcare, è anche vero che per arrivare alle membrane, l’acqua dura passa attraverso l’elettrovalvola e attraverso la pompa per cui le incrostazioni potrebbero causare malfunzionamenti, diminuzione del flusso e perdite.

Soprattutto le pompe subiscono nel tempo le incrostazioni di calcare causando perdite. Ce ne accorgiamo quando lungo la parete della pompa notiamo delle linee bianche di calcare segno evidente di trafilamento di acqua. In questo caso la soluzione migliore è quella di sostituire la testa della pompa (se il modello prevede questo genere di ricambio), o sostituire interamente la pompa.

I sistemi ad osmosi inversa sono, dunque, dei macchinari affidabili e sicuri ma hanno bisogno di una regolare manutenzione per migliorarne le prestazioni nel lungo periodo ed evitare problemi di funzionamento. Qui le nostre proposte sui migliori filtri per sistemi ad osmosi inversa sul mercato.

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