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Scegliere il sale per l’addolcitore

Sale per addolcitore. Ecco perché è importante scegliere quello giusto.

In alcune zone d’Italia l’acqua, pur mantenendo le caratteristiche di potabilità stabiliti dalla legge, viene fornita dall’acquedotto con una concentrazione di sali di calcio e magnesio più alta rispetto ad altre realtà.

Questa concentrazione di sali minerali rende l’acqua “dura”. La durezza dell’acqua indica, dunque, una forte presenza di sali solitamente presenti nell’acqua come nitrati, solfati cloruri e carbonati, generalmente solubili, che per ebollizione o evaporazione precipitano formando le incrostazioni di calcare, quelle patine che vediamo, ad esempio dopo aver bollito l’acqua della pasta.

Per determinare la durezza dell’acqua, dunque, dobbiamo misurare la quantità di ioni calcio (Ca+++) e magnesio (Mg+++).

L’unità di misura che determina la durezza dell’acqua è il titolo idrotimetrico, o TH (dal francese Titre Hydrometrique), espresso in gradi francesi (°f) appunto. 

Un grado francese corrisponde a 10,3 mg di carbonato di calcio per litro (0,4 mg di calcio).

In base alle normative vigenti, la durezza dell’acqua è espressa in gradi francesi sulla base della scala seguente:

  • – 0°f – 5°f  l’acqua si definisce molto dolce

  • – 6°f – 10°f  l’acqua si definisce dolce

  • – 11°f – 15°f  l’acqua si definisce mediamente dura

  • – 16°f – 30°f  l’acqua si definisce dura

  • – superiore a 30°f  l’acqua si definisce molto dura

Quali. Sono le conseguenze di un’acqua dura?

La durezza dell’acqua è un problema riscontrabile soprattutto in alcune zone del centro Italia e di origine vulcanica. L’acqua dura porta a diverse conseguenze all’impianto idrico domestico e agli elettrodomestici che utilizzano acqua calda per il suo funzionamento, come lavatrici, lavastoviglie e caldaie. Perché acqua calda? Abbiamo detto che il calcare deposita per ebollizione o evaporazione.  Ecco perché vediamo la patina bianca nelle stoviglie o nella pentola dopo aver cotto la pasta.

L’acqua fredda, dunque, non intasa tubature e rubinetti. E’ solo riscaldando l’acqua che il calcare precipita e si deposita nelle pareti.

Come fare per ridurre il calcare

Il calcare è un problema che può essere risolto installando un sistema di addolcimento a monte dell’impianto.

Un addolcitore è un sistema che si basa sullo scambio ionico di molecole di calcio e magnesio con molecole di sodio che rende l’acqua “addolcita”.

Le resine di cui sono costituite le bombole, dunque, vengono caricate con una salamoia e, al passaggio dell’acqua, scambiano molecole di sodio trattenendo le molecole di calcio e magnesio. Le resine, durante la fase di addolcimento, perdono progressivamente la capacità di scambio ionico ed hanno necessità di essere “ricaricate”. 

La soluzione di salamoia è contenuta in un contenitore a parte o nello stesso cabinato, a seconda che si tratti di un addolcitore mono corpo o doppio corpo. Questa salamoia viene aspirata attraverso una valvola programmabile la quale consente il passaggio di cloruro di sodio (Na+CL) il quale ricarica le resine del sodio perso durante lo scambio ionico. Questo processo si realizza in modo automatico grazie alla valvola che, una volta programmata, a tempo o a volume, gestisce autonomamente il ciclo di rigenerazione delle resine.

Che significa a tempo o a a volume?

Un addolcitore ha una valvola a tempo quando può essere programmata sulla base di un intervallo di tempo specifico tra una rigenerazione e l’altro. Al termine dei giorni impostati, la valvola inizierà autonomamente la fase di rigenerazione delle resine.

Un addolcitore ha una valvola a volume quando viene programmata sulla base dei litri d’acqua richiesti tra una rigenerazione e l’altra. Una volta raggiunto il limite di litri la valvola inizia autonomamente la rigenerazione delle resine.

La scelta del sale

Abbiamo detto che un addolcitore si basa sul processo di scambio ionico tra sali di calcio e magnesio con sodio e che per caricare le resine l’addolcitore si serve di una salamoia composta da cloruro di sodio.

Per un corretto funzionamento, l’addolcitore dev’essere riempito con sale il quale forma la salamoia necessaria alla rigenerazione.

Qualsiasi tipo di sale va bene? La risposta è no. Il sale è sale ma dobbiamo tenere presente che in commercio ci sono sacchi di sale per addolcitori di diverso prezzo. Il prezzo non è dato solo dalla marca di chi lo commercializza ma soprattutto dalla sua purezza. Un sale poco puro, infatti, tende a formare una patina di sporco in superficie e lungo le pareti dell’addolcitore. Questa patina, a lungo andare, può intasare l’addolcitore fino a portarlo ad un malfunzionamento.

Quando si sceglie il sale per il proprio addolcitore, dunque, è importante valutarne la purezza. In genere, si tende a preferire un sale in pastiglioni grossi dal colore bianco candido. Il prezzo medio di un sale di buona qualità varia tra i € 5,00 e i € 7,00. Che si compri al supermercato o in un negozio specializzato è importante fare attenzione alla qualità del sale che si compra.

Come per il pellet, anche la scelta del sale può influire sul corretto funzionamento dell’addolcitore.

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