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Cloro nell’acqua potabile: ecco quello che devi sapere

Quante volte avete aperto il rubinetto della vostra cucina ed avvertito un forte odore di cloro nell’acqua? Spesso in estate, ma non solo, si avverte la presenza del cloro nell’acqua dell’acquedotto cittadino e questo è spesso un deterrente per utilizzarla per bere in totale tranquillità.

Diamo un’occhiata alle principali domande che ci poniamo in genere sul cloro nell’acqua di casa, e scopriamo le risposte: 

  • Perché si mette il cloro nell’acqua?
  • Quanto cloro in 1000 litri di acqua potabile (e quindi, diluito per uso domestico)?
  • Come eliminare il cloro dall’acqua da bere e per innaffiare? Ecco le soluzioni.

Perché si mette il cloro nell’acqua? 

Il cloro, o ipoclorito di sodio, è un disinfettante utilizzato nell’acqua per impedire la formazione e la proliferazione batterica lungo la conduttura principale che dall’acquedotto porta l’acqua nelle nostre case. 

A seconda delle situazioni, come lavori lungo la tubatura o periodi particolarmente caldi, la concentrazione di cloro immesso nell’acqua diventa più accentuata con un conseguente odore e sapore di cloro al punto d’uso.

Se provassimo a far bollire l’acqua il cloro evaporerebbe? Di fatto solo il cloro libero potrebbe evaporare mentre altre sostanze presenti nell’acqua, come metalli pesanti ed altri agenti contaminanti, rimarrebbero nell’acqua e quindi ingerite.

Perché si mette il cloro nell’acqua, dunque? Il cloro è un disinfettante molto utile. Grazie ad esso, infatti, è possibile utilizzare l’acqua che arriva nei nostri rubinetti a fini alimentari, dunque potabile. 

Oggi grazie al cloro siamo in grado di eliminare gli inquinanti microbiologici. Secondo le normative vigenti, infatti, si deve avere la totale assenza nell’acqua potabile di microrganismi dannosi per l’uomo, in particolare Enterococchi, Escherichia coli e la Legionella.

Tuttavia, nel tempo si è ritenuto necessario regolare la presenza di cloro nell’acqua per impedire eventuali problemi legati all’utilizzo giornaliero di acqua (approfondite qui: il cloro nell’acqua potabile è dannoso?).

Quanto cloro ci dev’essere nell’acqua?

Con il Decreto Legislativo 31/2001, sulla base delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, vennero definiti dei parametri massimi di presenza di cloro tali da consentire una corretta disinfezione senza, tuttavia, causare problemi al nostro organismo.

Il parametro “Cloro residuo”, cioè è la quantità di disinfettante rimasta nell’acqua al momento dell’analisi, è un parametro indicatore con un valore massimo consigliato di 0,2 mg/l. Questo vuol dire che, ai fini normativi, un’acqua correttamente disinfettata e nello stesso tempo sicura da bere dovrebbe avere un valore di cloro circa 200 mg per 1000 litri di acqua potabile.

Come eliminare il cloro nell’acqua da bere o per innaffiare

Fatta un’analisi della nostra acqua rimane un problema. Come fare ad eliminare il sapore e odore di cloro dall’acqua che arriva nel nostro rubinetto?

Per risolvere il problema ci vengono in aiuto i sistemi di microfiltrazione composti da filtri a carbone attivo (qui due approfondimenti su cosa sono i filtri a carboni attivi e sul perché scegliere un filtro a carboni attivi) . 

Infatti, il potere adsorbente del carbone attivo è in grado di abbattere il cloro al punto d’uso migliorando ed affinando l’acqua rendendola gradevole al gusto e, soprattutto, sicura.

Esistono molte soluzioni disponibili in commercio, dal singolo filtro a carbone attivo, che a seconda del modello può impedire anche la proliferazione batterica all’interno dello stesso filtro grazie alla presenza delle molecole d’argento, oppure un vero e proprio sistema di microfiltrazione, comporto da una serie di filtri per sedimenti e a carbone, in grado di filtrare l’acqua da eventuali sedimentazioni e trattenendo il cloro.

Il cloro, tuttavia, può essere un problema non soltanto per il nostro organismo, se assunto in grandi quantità e nel lungo periodo, ma può essere un problema anche per le nostre piante. 

Come eliminare il cloro nell’acqua per innaffiare è una domanda che spesso ci facciamo. Anche in questo caso ci viene in aiuto il carbone attivo, unico vero rimedio per abbattere il cloro.

In questo caso, ipotizzando una linea dedicata al giardino, potrebbe essere utile installare un filtro a carbone attivo prima del punto d’uso oppure utilizzare un contenitore al cui interno aggiungere il carbone attivo granulare.

In ogni caso, il carbone attivo ha una capacità adsorbente che diminuisce progressivamente fino alla saturazione. È dunque sempre consigliato, a seconda dell’utilizzo, un cambio del filtro dai 6 mesi a massimo 12 mesi.

È necessario, a seconda del modello di filtro scelto, conoscere le caratteristiche e, soprattutto, l’autonomia così da capire quando è necessario sostituirlo.

Che si tratti di acqua per uso alimentare o acqua destinata al giardinaggio, il cloro può essere regolato grazie a sistemi semplici ed economici i quali ci garantiscono un’acqua buona e sicura e ci liberano dall’acquisto di pesanti bottiglie di plastica al supermercato.

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