Miglior filtro per l’acqua di casa: come sceglierlo davvero
L’acqua che arriva nelle nostre case, nella maggior parte dei casi, è un’acqua buona e sicura da bere. Di base, l’acqua di acquedotto è sicuramente potabile e rispetta i parametri stabiliti e disciplinati dal Decreto Legislativo 18/2023 per la potabilità dell’acqua. Inoltre, qualora questi parametri andassero fuori norma i vari gestori sarebbero costretti a diramare una comunicazione ufficiale che possa avvisare i cittadini dell’accaduto per evitare che si utilizzi un’acqua temporaneamente non sicura da bere o per uso alimentare.
Cos’è allora che ci induce a non utilizzare l’acqua che esce dal nostro rubinetto di casa con serenità e ci porta a ricorrere all’acqua nelle bottiglie di plastica del supermercato?
Uno dei motivi è rappresentato dal sapore e dall’odore a volte sgradevole che può avere la nostra acqua. In questo caso l’elemento determinante è sicuramente la presenza di cloro nell’acqua, che viene utilizzato per evitare la contaminazione batterica ma che può incidere sull’odore della nostra acqua.
Un altro elemento può essere la paura che l’acqua che esce dal rubinetto della cucina non sia abbastanza controllata e che non si sa cosa ci sia al suo interno. Collegato a questo pensiero, poi, c’è la teoria che l’acqua in bottiglia, in realtà, sia più controllata e quindi, più sicura.
Ecco, non è proprio esattamente così. Iniziamo col dire che con il giusto sistema di trattamento acqua, che può essere anche una semplice microfiltrazione a carbone attivi, quindi, non troppo dispendiosa neppure dal punto di vista economico, possiamo risolvere il problema del cloro ed altre problematiche, a volte presenti nell’acqua, che vedremo più avanti.
Per quanto riguarda, invece, la sicurezza dell’acqua che esce dai nostri rubinetti è fondamentale sapere che tutti i gestori degli acquedotti comunali sono tenuti a rendere pubbliche le analisi dell’acqua che vengono eseguite periodicamente. Questo, non solo ci mette a conoscenza di cosa c’è nella nostra acqua ed in quale quantità ma ci dà modo anche di studiare il sistema più idoneo per bere in tutta sicurezza l’acqua di casa nostra. In pratica, l’acqua dell’acquedotto non solo è controllata con più frequenza rispetto all’acqua in bottiglia ma ha anche dei parametri più stringenti a tutela della nostra salute.
L’acqua in bottiglia, inoltre, spesso viene stoccata fuori dai grandi centri commerciali in aree non molto idonee, spesso al sole e comporta un consumo di acqua e plastica eccessivo con conseguenze ambientali importanti.
Ciò che è importante sapere è che mantenere in essere un sistema di trattamento acqua da sotto lavello è facile, comodo e rende ancora più sicura la nostra acqua.
Perché è importante filtrare l’acqua in casa?
Chiarito il concetto che bere acqua del rubinetto è sicuro e possibile vediamo quali sono i possibili sistemi a disposizione e cosa possiamo ottenere con i vari sistemi di trattamento acqua.
I problemi più comuni presenti nell’acqua di acquedotto sono i sapori e gli odori indesiderati, la piccola sedimentazione e a volte il calcare in eccesso.
C’è da dire che queste sono problematiche abbastanza semplici da risolvere. Nel caso di sapore ed odore di cloro sarà sufficiente installare un filtro a carbone attivo che ha un potere assorbente, stessa cosa per ciò che attiene alla piccola sedimentazione a volte presente nell’acqua, la parete filtrante presente nel filtro a carbone attivo sarà in grado di trattenerla. Per ciò che attiene il calcare, invece, come soluzione sotto lavello, abbiamo dei filtri appositi che contengono delle resine cationiche deboli o forti, tipo il Demikal che usa le stesse resine che si trovano nell’addolcitore e che vanno ad abbattere l’eccesso di calcare al punto d’uso. Questi filtri sono considerati filtri ad uso tecnologico, perciò, vanno sempre abbinati a dei filtri a carbone attivo in uscita così da avere un affinamento dell’acqua con l’abbattimento della sedimentazione e il miglioramento del sapore e dell’odore dell’acqua.
Stessa cosa la possiamo fare per migliorare la qualità dell’acqua che può contenere un eccesso di arsenico, nitrati o microplastiche in modo da avere anche una sicurezza aggiuntiva per la nostra salute. Come per il calcare, andremo ad abbinare un filtro ad uso tecnologico per la specifica problematica riscontrata abbinato ad un filtro a carbone attivo in uscita.
Se, poi, volessimo risolvere anche i possibili problemi di incrostazioni di calcare sugli aeratori dei rubinetti o sui nostri elettrodomestici come caldaia, lavastoviglie e lavatrice potremmo optare per un sistema come l’addolcitore Edenya da installare a monte dell’impianto e che andrà a proteggere tutto il nostro impianto di casa. Installando un addolcitore, inoltre, sarà possibile installare sotto lavello, a completamento dell’impianto di trattamento acqua, o un sistema ad osmosi inversa o un sistema di microfiltrazione a base di carbone attivo.
Per avere maggiori informazioni sul miglior filtro contro il calcare per caldaie vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato.
Tipologie di filtri per l’acqua domestica
Vediamo più nel dettaglio le varie tipologie di filtri a carbone attivo disponibili attualmente in commercio con i vari sistemi di microfiltrazione, ultrafiltrazione ed osmosi inversa.
Quando si parla di filtri a carbone attivo si apre un ventaglio di opzioni veramente ampio.
Partiamo col dire che la prima differenza tra i filtri a carbone attivo è la tipologia di carbone che può essere presente all’interno dei filtri. Il carbone di origine vegetale che deriva dalla noce di cocco ha più potere filtrante, poi, esistono filtri che contengono carbone attivo in polvere, granulare o un blocco di carbone.
Il carbone attivo in polvere ha una porosità maggiore rispetto al granulare, aderendo in modo migliore alla membrana interna al filtro e riuscendo ad assorbire il cloro ed i possibili inquinanti presenti nell’acqua in maniera più efficace.
Il carbon block, invece, è carbone attivo in polvere sinterizzato in un blocco di carbone che garantisce una porosità uniforme nel filtro. Per questo motivo, il filtro carbon block può essere installato sia in verticale che in orizzontale, riuscendo a garantire un alto grado di filtrazione in entrambe le posizioni.
Il carbone attivo, inoltre, presente nei filtri, può essere impregnato con i sali d’argento per impedire la proliferazione batterica nel filtro.
E’ sempre meglio il filtro a carbone attivo argentizzato, soprattutto quando si prevede di passare qualche giorno fuori casa senza prelevare l’acqua dal rubinetto. Nell’eventualità in cui, comunque, passassero 3-4 settimane senza l’erogazione è consigliabile la sostituzione dei filtro anche se contiene gli ioni d’argento.
In tutti i casi, in pratica, in cui si usano i filtri a carbone attivo come sistema di trattamento acqua si parla di microfiltrazione. Quando, però, nello stesso filtro si ha carbone attivo come stadio iniziale e una membrana a fibra cava in uscita che porta la filtrazione a 0,15 micron allora si parla di ultrafiltrazione. Più è piccolo il numero del grado di filtrazione e maggiore sarà il potere filtrante del filtro stesso.
L’alternativa alla filtrazione con carbone attivo è l’osmosi inversa.
I sistemi ad osmosi inversa, in genere contengono due filtri, uno a sedimenti ed uno a carbone attivo per poter svolgere una prefiltrazione dell’acqua che poi passerà nelle membrane. La pompa che spinge a pressione l’acqua sulle membrane genera il processo osmotico.
Con l’osmosi inversa in pratica facciamo passare solo le molecole dell’acqua. Questo significa che blocchiamo le possibili problematiche presenti nell’acqua ma non facciamo passare neanche i sali minerali.
In questo caso la soluzione potrebbe essere reintegrare post osmosi i sali con dei filtri alcalini o remineralizzatori e regolatori del pH.
L’osmosi inversa è sicuramente un sistema valido ma comporta:
- un investimento più alto iniziale rispetto ad un sistema di microfiltrazione
- è un sistema che può essere danneggiato dall’eccesso di calcare in ingresso nel macchinario e che necessita, perciò, di un pre-filtro apposito sopra ai 30 °f di durezza
- richiede una manutenzione maggiore in termini di ricambi. I filtri vanno cambiati ogni 6 mesi o una volta all’anno mentre le membrane ogni 2-3 anni
- almeno una volta all’anno andrebbe fatta una sanificazione dell’impianto,
- oltre all’acqua osmotizzata abbiamo anche il consumo dell’acqua di scarto
Diciamo che per ogni problema c’è una soluzione e che la scelta va effettuata in base a vari criteri.
Sicuramente la prima cosa da fare, anche su un’acqua di acquedotto, è controllare le analisi dell’acqua che, per normativa di legge, i vari gestori degli acquedotti comunali, sono tenuti a rendere pubbliche.
Questo ci dà un’idea di cosa c’è nella nostra acqua e quale sistema sarà più idoneo per il risultato che vogliamo ottenere. Conoscere il punto di partenza è fondamentale da questo punto di vista. Per questo, alcune regioni, come l’Umbria, hanno creato dei portali in cui si posso scaricare le analisi dell’acqua di tutti i Comuni della regione. In Umbria, ad esempio, c’è lacquachebevo.it
Una volta identificata la problematica e capite bene le nostre necessità possiamo individuare il sistema più idoneo.
Ad esempio, con un’acqua buona di partenza, che non ha problematiche particolari ma in cui può essere presente una piccola sedimentazione ed in cui l’odore e il sapore del cloro ci fanno sembrare l’acqua sgradevole, può essere sufficiente un filtro a carbone attivo. Abbiamo già visto come, però, non tutti i filtri a carbone attivo siano uguali. L’ideale sarebbe sceglierne uno come Edenya che ha di base un carbone di origine vegetale che deriva da noce di cocco, quindi più filtrante, a 0,5 micron argentizzato per evitare proliferazione batterica nel filtro stesso.
Se, poi, vogliamo alzare il grado di filtrazione possiamo orientarci sui filtri ad ultrafiltrazione o a nanofiltrazione di Water Care Filters.
L’importante è sempre calcolare bene anche la portata dei filtri e capire se, per funzionare in maniera corretta, abbiano necessità di essere installati in una posizione in particolare.
Infine, i costi, scegliere un sistema di trattamento acqua significa anche fare un investimento a lungo termine per cui è una scelta che va fatta con cura.