Addolcitore di acqua: a cosa serve e come funziona
Quante volte avete visto la patina bianca nelle stoviglie che vengono lavate nella lavastoviglie di casa o nelle pentole quando preparate la pasta a pranzo? Quella patina bianca è data dalla presenza di calcare nell’acqua. Quanto più è dura l’acqua tanto più sono i problemi che possiamo riscontrare negli elettrodomestici e nei rubinetti di casa. Un problema, questo, che coinvolge molte persone in Italia, sia che si parli di acqua di pozzo sia che si tratti di acqua di acquedotto.
Per risolvere il problema del calcare il sistema più efficace è, sicuramente, l’addolcitore di acqua. Questo particolare strumento è molto efficace perché è in grado di trattenere il calcare grazie al letto di resine cationiche che consentono di erogare acqua addolcita in tutta casa. L’addolcitore è, in genere, dotato di una centralina in grado di regolare le rigenerazioni in base al volume di acqua erogato o al tempo tra una rigenerazione e l’altra. Ma cosa è una rigenerazione?
La rigenerazione è quel processo che il sistema attiva al raggiungimento dei metri cubi o dei giorni impostati in cui le resine vengono “rigenerate” grazie ad un particolare lavaggio effettuato con la salamoia. Questo composto di NaCl, cloruro di sodio, lava le resine scaricando il calcare trattenuto durante il normale funzionamento dell’addolcitore e rendendole, di nuovo, pronte a trattenere il calcare in ingresso.
La manutenzione dell’addolcitore richiede poca manodopera se si utilizza un sale appropriato. Infatti, un sale di buona qualità non rilascia scorie nell’acqua della salamoia ed aiuta le resine a lavorare bene nel tempo senza particolari problemi o perdita di efficacia.
Inoltre, adottando un sistema di clorazione automatica si può ottenere ad ogni rigenerazione una sanificazione delle resine. Come avviene?
Semplice, un addolcitore può essere dotato di un produttore di cloro composto da un elettrodo in titanio. Questo strumento, ad ogni rigenerazione, al passaggio della salamoia separa NaCl in Na (sodio) e Cl (cloro) il quale va a sanificare le resine disinfettandole e rendendole sempre sicure e pronte a trattenere il calcare senza correre il rischio di proliferazioni batteriche.
In questo modo, l’addolcitore diventa uno strumento molto efficace e dalla bassa manutenzione. Bastano piccoli accorgimenti per migliorare l’acqua della propria abitazione.
L’addolcitore di acqua domestico
La scelta dell’addolcitore è sempre un momento delicato. Per prima cosa possiamo distinguere gli addolcitori ad uso domestico da quelli industriali.
Per un addolcitore ad uso domestico basta verificare la quantità d’acqua addolcita tra una rigenerazione e l’altra. Un altro dato da prendere in considerazione è la durezza in entrata, spesso espressa in gradi francesi (°f) e che ci indica quanta durezza dovrà trattenere il nostro addolcitore.
Chiaramente, gli addolcitori di grandi dimensioni e con una grande quantità di resine al proprio interno sono quelli più indicati per un utilizzo industriale, si pensi alle cantine e ai frantoi.
Se, invece, abbiamo bisogno di un addolcitore per la propria casa possiamo valutare un addolcitore cabinato o doppio corpo.
Fra le scelte più comuni per casa, ricordiamo l’addolcitore d’acqua domestico cabinato. Questi addolcitori, infatti, pur mantenendo alte prestazioni e bassi consumi, possono essere installati anche in ambienti domestici grazie agli spazi ridotti e alla presenza di un tino salamoia interno al sistema. Gli addolcitori cabinati ad uso domestico possono essere, quindi, installati in un terrazzo, in un box oppure in un ripostiglio.
Un’altra scelta possibile è data dagli addolcitori doppio corpo. Si definiscono doppio corpo gli addolcitori che sono dotati di una bombola per le resine e di un tino salamoia separato e comunicante grazie appositi collegamenti idraulici. E’ una tipologia di addolcitori più ingombrante e, per questo, adatto a chi ha spazio a sufficienza, come un box o un locale tecnico appositamente creato. Questa tipologia di sistemi viene generalmente usata in situazioni in cui venga richiesta una grande quantità d’acqua giornaliera. Spesso, infatti, vengono installati a monte di impianti di condominio, quindi a servizio di più utenze domestiche. Anche gli addolcitori doppio corpo, però possono essere utilizzati per singole abitazioni. Infatti, si trovano in commercio diverse tipologie con quantitativi di resine inferiori.
I benefici degli addolcitori di acqua
I benefici che si ottengono quando si installa un addolcitore sono molteplici. Pensate alla rubinetteria del bagno che si incrosta di calcare ad ogni utilizzo e si macchia spesso in modo irreparabile o ai soffioni della doccia che non fanno più scendere l’acqua come all’inizio.
Il calcare è la causa principale di malfunzionamenti dei nostri elettrodomestici, dalle lavatrici alle lavastoviglie.
Inoltre, il calcare intasa le caldaie e ci costringe a chiamare il tecnico e ad affrontare spese inattese, qualche volta salate.
Con l’addolcitore si eliminano questi problemi e si ottiene un’acqua migliore sia per le nostre tubature che per uso alimentare. Una vera salvezza per utilizzare l’acqua del rubinetto senza doversi più preoccupare del calcare.
Come scegliere un addolcitore per acqua
La scelta dell’addolcitore, come dicevamo, dipende da due importanti valori: la durezza in entrata espressa in gradi francesi (°f) e la quantità di acqua consumata al giorno (di solito si prendono in considerazione 150 litri di acqua al giorno per persona).
Una volta individuati questi valori la scelta dell’addolcitore è molto semplice e si basa su un calcolo matematico prendendo in considerazione la capacità ciclica espressa in mc/°f e la durezza da trattenere.
Proviamo a fare un esempio pratico:
Un addolcitore da 18 litri ha una capacità ciclica di 97 mc/°f
Ipotizziamo di avere una durezza in ingresso di 35°f , di utilizzare mediamente 450 lt/giorno (3 persone 150 lt x 3 = 450 lt) e di volere una durezza media in uscita di 10°f.
Una volta individuati questi dati possiamo procedere con il calcolo:
97 / (35 – 10) = 97/25 = 3,88 m3 = 3880 litri
Questo valore è la quantità di acqua che un addolcitore da 18 litri è in grado di erogare tra una rigenerazione e l’altra prendendo in considerazione la durezza in ingresso (35°f), la durezza che voliamo in uscita (10°f), la quantità di acqua mediamente consumata al giorno (450 lt.) e la capacità ciclica dell’addolcitore da 18 litri (97mc/°f).
Quindi possiamo prendere in considerazione un addolcitore da 18 litri resina con una rigenerazione ogni 3,88 m3 (rigenerazione a volume) oppure ogni 8 giorni (3880/450 = 8,60 giorni).
Fatto questo calcolo si può procedere all’acquisto dell’addolcitore più adatto alle proprie esigenze. Il consiglio, nel caso di acqua di pozzo, è quello di effettuare delle analisi dettagliate per capire la qualità dell’acqua in ingresso.
Nel caso di acqua di acquedotto, invece, i gestori effettuano analisi costanti che vengono spesso pubblicate nei siti istituzionali.
E’, comunque, molto importante avere sempre un riferimento della qualità dell’acqua per scegliere accuratamente l’addolcitore più adatto alle proprie esigenze.