L’acqua è un elemento essenziale nella vita di tutti i giorni. Utilizzata in diverse maniere, si valuta un consumo medio giornaliero a persona di 150 litri.
In un’ottica di riduzione dei consumi di acqua in bottiglie di plastica, sempre più le persone si stanno fidando dell’acqua che arriva ai rubinetti grazie alla rete idrica comunale.
Non è un azzardo. L’acqua degli acquedotti è la più sicura che ci sia, controllata costantemente e sulla base di norme nazionali e comunitarie molto restrittive.
Tuttavia, esiste la possibilità di avere un’acqua, al punto d’uso, con sedimenti e contaminazioni dovute dalle tubature o dalla natura stessa delle fonti di approvvigionamento idrico.
Per far fronte a queste problematiche è possibile filtrare l’acqua con diversi sistemi, tutti validi, dai filtri a carbone attivo ai sistemi ad osmosi inversa.
Proprio il principio dell’osmosi inversa è il sistema più efficace in grado di fornire un’acqua priva di impurità ed agenti inquinanti con un basso residuo fisso.
Il residuo fisso è un parametro che generalmente identifica le acque minerali e le acque potabili in genere.
Espresso in mg/l, il residuo fisso indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare in una particolare capsula di platino a 180°C una certa quantità di acqua filtrata.
In base al valore ottenuto, si possono distinguere diverse tipologie di acqua:
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– Da 10 a 80 mg/l: acque meteoriche o minimamente mineralizzate
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– Da 80 a 200 mg/l: acque oligominerali
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– Da 200 a 1000 mg/l: acque mediominerali
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– Sopra 1000 mg/l: acque minerali o ricche di sali minerali
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– Sopra 30000 mg/l: acque salate
Il valore massimo consigliato nel D.Lgs 31/2001, che individua i parametri di potabilità per le acque di acquedotto, è di 1500 mgl/l.
Le acque povere di sali
L’acqua con queste caratteristiche è indicata per la prevenzione della calcolosi renale in quanto favorisce la diuresi. Inoltre, è un’acqua indicata per diluire il latte in polvere per uso pediatrico perché non modifica la composizione salina del prodotto. Infine, è un’acqua particolarmente indicata in caso di soggetti ipertesi che devono eseguire delle diete iposodiche.
Acque mediominerali
Questa tipologia di acqua consente di assumere un giusto apporto di sali minerali necessari per l’organismo. Un’acqua ricca di sali è particolarmente indicata nel caso in cui l’organismo abbia bisogno di ioni essenziali come, ad esempio, dopo una intesa sudorazione dopo aver svolto attività fisica.
L’acqua che arriva al rubinetto è, spesso, ricca di sali minerali. Per ridurre il residuo fisso ed ottenere un’acqua oligominerale è utile installare sotto il lavello un sistema ad osmosi inversa.
Il principio dell’osmosi inversa consiste nel passaggio di un solvente attraverso una membrana osmotica che consente solo il passaggio di molecole idrofile, cioè chimicamente simili all’acqua, trattenendo il soluto. Quindi, l’osmosi inversa consente il passaggio del solvente da una soluzione più concentrata ad una soluzione meno concentrata applicando alla prima una pressione maggiore rispetto a quella osmotica. Questo processo richiede un lavoro meccanico pari a quello necessario per annullare l’effetto della pressione osmotica.
Il processo dell’osmosi inversa viene utilizzato, ad esempio, per il trattamento dell’acqua ad uso domestico, per la desalinizzazione e per la rimozione di fosfati, calcio, fitofarmaci e la maggior parte delle molecole inquinanti.
I sistemi ad osmosi inversa ad uso domestico
Esistono in commercio diversi sistemi di trattamento acqua basati sul principio dell’osmosi inversa, ideale per abbattere le sostanze disciolte nell’acqua già potabile. Infatti, dobbiamo considerare che il sistema ad osmosi inversa non è adatto per potabilizzare l’acqua. È importante installare questo genere di sistemi per il trattamento di acque già definite potabili.
L’acqua osmotizzata ha, dunque, un residuo fisso molto basso. Attualmente, la maggior parte dei sistemi in commercio hanno la possibilità di regolare il livello di sali minerali in uscita grazie ad un by-pass in grado di miscelare acqua osmotizzata con acqua microfiltrata.
Infatti, i sistemi ad osmosi inversa, oltre alle membrane, generalmente sono composti da filtri in linea a sedimento e a carbone attivo che applicano un primo grado di filtrazione dell’acqua. In alcuni casi, soprattuto nei sistemi ad osmosi inversa con accumulo, abbiamo un ulteriore stadio di filtrazione dato da un sistema UV in grado di neutralizzare eventuali batteri che si possono formare in caso di prolungata inattività del macchinario.
I sistemi ad osmosi inversa si distinguono, quindi, per capacità di litri giornalieri e per efficienza della membrana. Infatti, è doveroso considerare che ogni sistema ad osmosi inversa produce una certa percentuale di acqua di scarto. Quest’acqua viene scartata autonomamente dal macchinario per eliminare tutte le sostanze trattenute dalla membrana. Maggiore è l’efficienza del macchinario e minore sarà la quantità di acqua di scarico, con un risparmio di acqua.
Uno dei sistemi ad osmosi inversa più completi è, dunque, composto da una membrana, un sistema di accumulo e un sistema UV come ultimo stadio di filtrazione.
Questo genere di filtri è composto da tre filtri montati in serie, un filtro in polipropilene soffiato, un filtro a carbone attivo granulare (GAC) e un filtro Carbon Block.
Successivamente, l’acqua passa attraverso una membrana che ha il compito di trattenere le molecole diverse da quelle idrofile. Infine, prima dell’erogazione, l’acqua viene ulteriormente filtrata da un sistema UV battericida. Qualora si volesse regolare il residuo fisso dell’acqua è possibile agire sul by-pass integrato che miscela acqua osmotizzata con acqua filtrata dal sistema così da ottenere un’acqua buona e dalle caratteristiche preferite.
Nel caso in cui non sia possibile miscelare l’acqua, come nel caso di acqua con particolari inquinanti, è possibile aggiungere in uscita dal macchinario un filtro in linea remineralizzante e regolatore del PH in grado di regolare autonomamente il residuo fisso.
In ogni caso, il sistema ad osmosi inversa è il metodo più efficace per trattare l’acqua per uso domestico e commerciale. Installato sotto il lavello, è in grado di erogare acqua microfiltrata e dal residuo fisso regolabile, da oligominerale a mediominerale, così da renderla più adatta alle esigenze dell’utenza.