Filtro anticalcare o addolcitore? Ecco come eliminare il calcare da elettrodomestici e tubazioni.
Quante volte ci siamo lamentati per un rubinetto che non erogava più acqua o per quelle fastidiose patine bianche presenti nelle stoviglie appena pulite?
Il calcare è un problema presente in molte acque che arrivano nelle case degli italiani.
Il calcare è composto da calcite, minerale naturale diffuso in natura e che, se in grandi quantità, può creare dei problemi ai nostri impianti domestici.
Risolvere il problema del calcare richiede l’utilizzo di particolari sistemi in grado di abbattere la durezza e migliorare la qualità dell’acqua.
Andiamo a vedere:
- Cosa si intende per durezza dell’acqua;
- Calcare e elettrodomestici: cosa succede;
- Addolcitore anticalcare: info;
- Filtri anticalcare: quando sono utili.
Cosa si intende per durezza dell’acqua?
La durezza dell’acqua indica la concentrazione di calcare disciolto. Più è alto questo valore e più l’acqua viene definita “dura”.
Come si misura la durezza dell’acqua? Un piccolo trucco per capire se l’acqua è dura è quella di vedere la reazione con il sapone.
Infatti, la “prova della schiuma” consiste nel vedere quanta quantità di sapone è necessaria per ottenere una schiuma. Maggiore è la quantità di sapone necessaria e maggiore sarà la durezza della nostra acqua.
In base al DL31/01 un’acqua è definita potabile se la durezza dell’acqua non supera i 50°f.
A proposito, la durezza viene espressa in gradi Francesi (°f) corrispondente a 10 mg/L di carbonato di calcio (CaCO3). In base a questa classificazione, la tabella della durezza dell’acqua (con la conversione in gradi francesi) ci dice che:
- fino a 4°F: molto dolce
- da 4°F a 8°F: dolci
- da 8°F a 12°F: mediamente dure
- da 12°F a 18°F: discretamente dure
- da 18°F a 30°F: dure
- oltre 30°F: molto dure
Se interessa, qui un ulteriore approfondimento sulla durezza dell’acqua e sugli addolcitori domestici, che ci aiutano a risolvere il problema.
Calcare ed elettrodomestici. Una difficile convivenza.
Il calcare è un elemento che può portare a diversi problemi in casa. Le tubature domestiche sono le prime a risentire della presenza del calcare. Infatti, il calcare presente in grandi quantità può causare una lenta ed inesorabile formazione di incrostazioni nelle tubature fino ad arrivare ad importanti ostruzioni difficili da rimuovere.
Non solo le tubature, il calcare è un nemico dei nostri elettrodomestici. Lavatrici, lavastoviglie, ferro da stiro e caldaie, ovunque ci sia presenza di “acqua calda” il calcare amplifica la sua azione incrostante. Infatti, all’aumentare della temperatura dell’acqua il calcare precipita fino a depositarsi sulle pareti delle superfici. Pensate alle pentole in cui cuocete la pasta. Quella patina bianca che rimane sul fondo della pentola dopo averla svuotata è proprio il calcare che si è depositato sulle pareti a causa del calore dell’acqua.
Non solo rovina gli elettrodomestici ma comporta un peggioramento energetico con un contestuale aumento di energia necessaria. Pensate alla resistenza di una lavastoviglie: quando si ha una resistenza incrostata dal calcare, questa impiega più tempo per portare l’acqua a temperatura con un aumento inevitabile dei consumi di energia.
Addolcitore anticalcare. Cos’è e perché è utile.
Il problema del calcare può essere risolto in vari modi. Il metodo certamente più efficace è quello di installare a monte di un impianto un addolcitore per acqua calcarea. Entriamo nello specifico. L’addolcitore è uno strumento che è in grado di abbattere la concentrazione di calcare presente nell’acqua portandola a livelli più contenuti ed innocui per il nostro impianto.
L’addolcitore è costituito da una bombola in vetro resina al cui interno è presente una particolare resina cationica in grado di trattenere le particelle di calcare al passaggio dell’acqua e rilasciando contestualmente sodio. Proprio per questo ogni addolcitore è dotato di un serbatoio al cui interno troviamo una salamoia. Questa è molto importante perché consente all’addolcitore di “rigenerare” ovvero di pulire le resine dalle particelle di calcare trattenute ricaricandole con sodio che verrà successivamente rilasciato al passaggio dell’acqua da addolcire.
Il tutto viene gestito automaticamente da una testata al cui interno è presente una scheda che, se correttamente impostata, consente all’addolcitore di rigenerare a tempo, cioè raggiunto un tempo definito in giorni, oppure a volume, cioè raggiunto una definita capacità d’acqua espressa in metri cubi.
L’addolcitore non richiede particolari manutenzioni ma è molto importante valutare la qualità del sale che viene utilizzato per la salamoia.
Come per il pellet, anche il sale può essere di buona o cattiva qualità.
Un sale buono per il nostro addolcitore non deve rilasciare residui nella salamoia che possano rovinare le resine e devono essere, possibilmente, di forma simile a pastiglioni bianco candidi.
Inoltre, è sempre opportuno dotare l’addolcire di sistemi di clorazione automatici in grado di sanificare le resine ad ogni rigenerazione.
I produttori di cloro sono composti da un elettrodo in titanio in grado agire direttamente sulla salamoia necessaria alla rigenerazione.
Una salamoia altro non è che Na+Cl-, ovvero cloruro di sodio. La funzione dell’elettrodo è quella di separare Na+ da Cl- “producendo” appunto cloro che una volta liberato sanifica le resine durante la rigenerazione.
Gli addolcitori, dunque, sono certamente i sistemi migliori per gestire la durezza dell’acqua non sono l’unica soluzione. Leggi qui quali sono i migliori addolcitori domestici sul mercato secondo noi.
Filtri anticalcare. Quando conviene utilizzarli e perché.
I filtri anticalcare sono una valida alternativa all’addolcitore in alcuni casi. Vediamo insieme quali.
I filtri anticalcare da sotto lavello vengono spesso utilizzati in situazioni in cui si renda necessario gestire la durezza dell’acqua al punto d’uso. È il caso di un bar che, per i corretto funzionamento delle macchine del caffè, deve necessariamente gestire la durezza al punto d’uso senza dover per forza regolarla in tutto l’impianto.
Un filtro anticalcare da sotto lavello ha la stessa funzione di un addolcitore. Infatti, i filtri sono composti dalle stesse resine presenti negli addolcitori con l’unica differenza che le resine, in questo caso, non vengono rigenerate. Il filtro, una volta arrivato a saturazione viene semplicemente sostituito.
Un altro filtro efficace contro il calcare è il filtro con polifosfati. Spesso usato sotto la caldaia o prima di una lavatrice o lavastoviglie, i polifosfati non abbattono la durezza dell’acqua ma impediscono che il calcare si depositi lungo le pareti impedendo, in questo modo, l’incrostazione.
In questo caso non si parla di una vera e propria manutenzione. I polifosfati, infatti, tendono ad esaurirsi con il normale utilizzo e l’unica operazione da fare è quella di ricaricare il polifosfato nel filtro per garantire un corretto funzionamento.
A conti fatti, scegliere tra filtro anticalcare e addolcitore non è così complesso. Nel caso di usi particolari e specifici ci possiamo rivolgere ad un filtro anticalcare, facile da installare e dalla poca manutenzione ma se il nostro obiettivo è quello di proteggere tutto l’impianto non esiste sistema migliore di un addolcitore.