Sempre più persone scelgono di bere l’acqua del rubinetto rispetto all’acqua in bottiglia.
Gli acquedotti cittadini, infatti, offrono un’acqua buona da bere ed adatta al consumo umano.
La scelta dell’acqua del rubinetto non è solo un fattore economico (si stima che in media una famiglia di 4 persone spenda €381,00) ma anche un fattore ecologico.
L’Italia è al terzo posto al mondo per consumo di acqua in bottiglia, il maggiore consumatore in Europa, con ben 14 miliardi di litri all’anno.
Ma che fine fa la plastica?
Secondo il report di Legambiente “Acque in bottiglia 2018”, il consumo di acqua in bottiglia è tra le cause dell’inquinamento da plastiche che il nostro pianeta sta vivendo.
Il tema del consumo di plastica e del suo relativo smaltimento è sempre più all’attenzione delle istituzioni nazionali ed internazionali.
L’unione Europea, ad esempio, ha avviato una campagna corale orientata a disincentivare il consumo di plastica ponendo maggiore attenzione alle microplastiche contenute nei cosmetici e alle plastiche usa e getta.
Quante volte abbiamo visto una bottiglia galleggiare nel bagnasciuga in una domenica d’estate al mare?
Quella bottiglia è solo una in un mare che è sempre più inquinato da plastica.
Secondo il WWF, in base al report 2019 “Fermiamo l’inquinamento da Plastica: come i Paesi del Mediterraneo possono salvare il proprio mare”, ogni minuto vengono gettate nel Mediterraneo circa 33.000 bottigliette di plastica.
L’Italia produce 4 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui l’80% proveniente dall’industria degli imballaggi, ed ogni anno riversa 0,5 tonnellate di rifiuti di plastica.
Nonostante la raccolta differenziata stia pian piano diventando un’abitudine per gli italiani, circa il 26% dei rifiuti di plastica vengono effettivamente riciclati e trasformati in materiali secondari mentre il 60% viene inviato agli inceneritori o alle discariche.
Nonostante l’Italia si stia impegnando ogni anno ad aumentare la percentuale del materiale riciclato, sono ancora tante le iniziative da adottare per contrastare il sempre più diffuso inquinamento da plastica, come l’introduzione dei divieti di vendita di prodotti usa e getta (piatti, bicchieri, cotton fioc ed altri).
Per ridurre i consumi di plastica possiamo modificare le abitudini quotidiane e prestare maggiore attenzione ai piccoli gesti.
L’acqua in bottiglia, infatti, può essere sostituita dall’acqua del rubinetto.
Gli acquedotti sono tenuti da leggi nazionali e direttive comunitarie a rispettare un alto livello di qualità dell’acqua fino al punto d’uso. L’obiettivo è quello di garantire acqua potabile a tutte le utenze.
Se i controlli sono costanti e molto severi, dobbiamo considerare la possibilità che l’acqua che arriva ai nostri rubinetti possa contenere sedimenti, cloro o altre sostanze che derivano dalla stessa conformazione della falda acquifera da cui viene estratta (arsenico, nitrati, ecc.).
In questi casi non è necessario ritornare alle acque in bottiglia. Infatti, si possono utilizzare piccoli accorgimenti per migliorare la qualità dell’acqua al punto d’uso rendendola buona e sicura.
I filtri per acqua sono la soluzione ideale per trattare l’acqua, sia che si tratti di un’utenza domestica sia che si tratti di un’utenza commerciale (ristoranti, bar ed uffici).
Facciamo degli esempi pratici.
La signora Maria vive in un appartamento ad Orvieto, in pieno centro storico. Come si sa, il centro storico è molto bello e suggestivo ma ha anche dei piccoli svantaggi. Non sempre si può arrivare sotto casa con la macchina per scaricare la spesa e le casse di bottiglie sono sempre più pesanti ed ingombranti.
Così, volendo bere l’acqua del rubinetto in tutta tranquillità, sceglie di affidarsi ad un tecnico il quale, per prima cosa, valuta la qualità dell’acqua.
Per fortuna, ad Orvieto l’acqua è buona, con solo 7°f e dalle caratteristiche organolettiche ottimali. Insomma è buona. L’unica cosa da considerare è che le tubature della signora Maria sono un po’ vecchie e d’estate il sapore ed odore di cloro è più fastidioso del solito.
In questo caso la soluzione ideale è installare un filtro a carbone attivo argentizzato con un grado di filtrazione di 0,5 micron. Perché? Questo filtro, grazie alla dimensione dei pori, appunto 0,5 micron, riesce a trattenere la quasi totalità dei sedimenti, alghe, muffe, ruggine ed altri elementi che possono trovare nell’acqua. Inoltre il carbone attivo che costituisce “l’anima” del filtro trattiene il cloro garantendo acqua priva di cattivi odori e sapori. Infine, l’argento impedisce la proliferazione batterica all’interno del filtro.
Insomma, una volta installato la signora Maria ha cominciato a bere acqua del rubinetto sicura della sua qualità e soddisfatta del suo sapore.
Ma non tutti hanno la fortuna di abitare ad Orvieto come la signora Maria.
Signora Costanza, infatti, abita a Viterbo e l’acqua, come si sa, non è così buona a causa della forte presenza di arsenico dovuta dalla conformazione vulcanica del territorio.
Anche in questo caso c’è la soluzione. Esistono, infatti, dei filtri adatti ad abbattere la concentrazione di arsenico grazie alla speciale resina di cui sono composti riportando i livelli ben al di sotto dei limiti di legge consentiti. I filtri Arsenic sono dotati, inoltre, di una speciale tecnologia carbon Block antimicrobica in grado di trattenere, oltre all’arsenico, sedimenti e materiali in sospensione, oltre al cloro con un’azione antimicrobica data dalla presenza di molecole d’argento.
Anche la signora Costanza può finalmente bere l’acqua del rubinetto con la sicurezza di un’acqua in bottiglia.
Infine, il signor Mario abita a Roma dove l’acqua è buona ma c’è una forte presenza di calcare.
Si sa, il calcare non è un problema per l’organismo umano (sfatiamo il mito del calcare che causa la formazione di calcoli renali). Tuttavia, il rubinetto della cucina continua ad incrostarsi e le pentole sono rovinate da quella patina bianca che non va via.
Il signor Mario non è convinto dell’acqua del rubinetto ed acquista quella in bottiglia. Inoltre, quel fastidioso sapore di cloro non è piacevole.
In questo caso è possibile utilizzare i filtri particolari composti da speciali resine cationiche in grado di abbattere la durezza totale. Abbinati ad un filtro a carbone attivo, sono ideali per migliorare l’acqua al punto d’uso trattenendo calcare ed impurità fornendo un’acqua buona e priva di cattivi odori e sapori.
Come si può vedere, ogni particolare situazione ha il suo filtro adatto per migliorare l’acqua del rubinetto.
In questo modo anche i più scettici possono passare all’acqua fornita dagli acquedotti rinunciando alle casse d’acqua in bottiglie di plastica, una scelta intelligente, economica e, soprattutto, ecologica.