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L’impianto condominiale di addolcimento

Vi siete mai chiesti come mai il calcare incrosta le tubature o i rubinetti delle nostre case?

L’acqua, in alcuni casi, è definita dura o molto dura, quindi con una forte presenza di calcare. Questo deriva principalmente dalle falde acquifere da cui deriva la nostra acqua. Infatti, le rocce calcaree presenti alla fonte e lungo il percorso dell’acqua possono renderla ricca di sali di calcio e magnesio.

Il calcare deposita nei nostri rubinetti e lungo le nostre tubature a causa di un processo preciso in cui il calcare tende a cristallizzarsi, e quindi a depositarsi, in presenza di temperature elevate.

Ad alte temperature, infatti, la durezza dell’acqua produce una reazione chimica che porta alla formazione di carbonato di calcio e magnesio, insomma il calcare. Questa reazione è la ragione per cui i primi elettrodomestici che si rovinano a causa del calcare siano la caldaia, il ferro da stiro o la lavatrice. Tutti strumenti in cui le temperature possono raggiungere livelli elevati e facilitare, così, la formazione dei cristalli di calcare.

Per fare un esempio pratico, se proviamo a mettere in una pentola dell’acqua definita “dura” e la portiamo al punto di ebollizione vedremo una progressiva formazione di una patina bianca sui bordi. Quella patina è proprio il calcare che, a causa delle temperature elevate, si deposita formando lo strato che vediamo spesso nelle nostre stoviglie.

Ora provate a prendere quella stessa pentola e a ripetere in continuazione lo stesso esperimento senza eliminare lo strato di calcare che mano mano si forma. Noterete un aumento dello spessore della patina che all’inizio poteva essere scambiata per una “polvere”.

Questo è quello che capita quotidianamente nei tubi di casa e nella caldaia.  Ed è proprio per questi motivi che si arriva ad un certo punto in cui l’elettrodomestico smette di funzionare o la tubatura si incrosta o si corrode come nell’immagine che segue:

Quindi, i principali problemi del calcare sono:

  • – Incrostazioni

  • – Corrosione delle tubature

  • – Superfici rovinate

Abbiamo capito perché si forma il calcare e che più un’acqua è dura e più problemi di incrostazioni avremo. Ma come si definisce un’acqua dura? Qual’è il termine di paragone da utilizzare?

Per rispondere a queste domande ci viene in aiuto il DL 31/2001 che individua i parametri che definiscono la potabilità dell’acqua.

Il decreto legislativo ci dice che l’acqua è considerata potabile  fino a 50 gradi francesi, dove 1°f corrisponde a 10 mg/l di carbonato di calcio (CaCO3).

Quindi, l’acqua è definita potabile fino a 500 mg/l di carbonato di calcio.

La concentrazione di CaCO3 definisce il livello di durezza dell’acqua che viene suddivisa così:

  • – fino a 4°f: acqua molto dolce

  • – da 4°f a 8°f: acqua dolce

  • – da 8°f a 12°f: acqua mediamente dura

  • – da 12°f a 18°f: acqua discretamente dura

  • – da 18°f a 30°f: acqua dura

  • – Oltre 30°f: acqua molto dura

Veniamo dunque alla soluzione necessaria per evitare tutti quei problemi che abbiamo visto in precedenza.

L’addolcitore di acqua è lo strumento più efficace per abbattere la concentrazione calcarea dell’acqua fornendo un’acqua “dolce”. Come ci riesce?

L’addolcitore è un semplice strumento dotato di una bombola riempita di resine a scambio cationico. Queste resine, al passaggio dell’acqua, scambiano gli ioni positivi di calcio (Ca++) e magnesio (Mg++) con ioni di sodio (Na++). Una volta arrivate a saturazione, le resine possono essere rigenerate grazie ad una salamoia, cloruro di sodio (NaCl) in grado di ricaricarle con ioni di sodio e scartando il calcio e il magnesio che viene espulso dallo scarico durante la rigenerazione stessa.

Dunque, un addolcitore per funzionare, ha bisogno di una testata in grado di gestire autonomamente le rigenerazioni, di una bombola al cui interno troviamo le resine a scambio cationico e di un tino salamoia da cui attingere durante la fase di rigenerazione.

Ora la domanda viene spontanea. Quando è necessario installare un addolcitore?

Per rispondere dobbiamo fare due riflessioni. La prima è di carattere tecnico e la seconda di carattere legislativo.

Da un punto di vista tecnico, l’addolcitore dovrebbe essere montato nel momento in cui notiamo una forte presenza di calcare che ostruisce i rubinetti e rovina i nostri elettrodomestici. In genere, questi problemi diventano seri a partire dai 20 gradi francesi in poi. Questo ci porta a consigliare un addolcitore quando ci troviamo davanti ad un’acqua a partire da questo livello di durezza. Chiaramente, maggiore è la concentrazione di calcare e maggiori sono i consumi e più grande dovrà essere l’addolcitore che dovremmo scegliere.

Nel caso di un addolcitore a servizio di un condominio, in particolare, si dovrà prendere in considerazione, oltre alla durezza, anche la portata richiesta per evitare che il sistema possa essere sottodimensionato e produca meno acqua addolcita rispetto alla richiesta effettiva.

 

L’addolcitore per acqua condominiale è obbligatorio?

Il seconda riflessione, come dicevamo, è di carattere legislativo. Il questo senso, con il DM Del 26 giugno 2015, il Ministero dello Sviluppo Economico, ha voluto aggiornare le linee guida per la certificazione energetica degli edifici.

Il DM ha individuato, anche, i sistemi necessari per migliorare l’efficienza energetica degli impianti domestici e condominiali sulla base di precisi parametri.

In particolare, con il DM 31 del 2015, si impone per tutti gli impianti termici, a prescindere dalla loro potenza, un condizionamento chimico dell’acqua dell’impianto. L’addolcitore, invece, diventa obbligatorio per gli impianti con potenza superiore a 100 Kw e con una durezza superiore a 15 gradi francesi.

Per quanto riguarda l’acqua calda, invece, il DM rimanda alla norma UNI8065 la quale ci dice che l’addolcitore è obbligatorio per durezza uguale o superiore a 25 gradi francesi. Per durezze inferiori, invece, è possibile scegliere tra condizionamento chimico ed addolcitore.

Quindi, da un punto di vista normativo, l’addolcitore è obbligatorio se siamo in presenza di una durezza superiore a 25 gradi francesi, se parliamo di acqua calda sanitaria, e se abbiamo un generatore di calore che supera i 100 Kw. Un condominio in cui è presente un sistema di riscaldamento centralizzato, con una caldaia con una potenza superiore a 100 Kw o con più caldaie a cascata, dovrà obbligatoriamente installare un addolcitore a monte dell’impianto così da servire acqua addolcita sia per quanto riguarda l’acqua calda sanitaria che per quanto riguarda l’acqua dell’impianto termico.

Dove si installa un addolcitore di acqua condominiale?

L’addolcitore condominiale deve essere installato in un locale tecnico adatto, lontano da fonti di calore e riparato dagli agenti atmosferici.

La scelta dell’addolcitore, come abbiamo detto, è molto importante e deve tenere in considerazione la durezza da trattenere e la quantità di acqua richiesta dal condominio.

Per una corretta installazione, è importante posizionare l’addolcitore a monte dell’impianto così da garantire acqua addolcita sia per quanto riguarda l’acqua ad uso sanitario, quella che esce dai nostri rubinetti, sia per quanto riguarda l’acqua che entra nell’impianto termico.

Prima e dopo l’addolcitore devono essere montate delle valvole by-pass così da escludere, in caso di manutenzioni, il sistema senza rinunciare all’acqua diretta.

Prima di un addolcitore è sempre opportuno installare un sistema di filtrazione in polipropilene in grado di trattenere sedimenti che possono influire sul corretto funzionamento del sistema.

Una volta istallato, è importante scegliere il sale migliore, privo di impurità, per aumentare le performance dell’addolcitore ed allungarne il ciclo di vita.

Altra cosa importante è la manutenzione. Soprattutto per impianti molto grandi è sempre consigliata una manutenzione annuale per un controllo generale del corretto funzionamento, per un eventuale cambio filtri e per una sanificazione delle resine.

Ecco un esempio di come dovrebbe essere installato un addolcitore:

L’addolcitore, dunque, è lo strumento ideale per trattenere il calcare e per migliorare l’impianto termico condominiale con un occhio al risparmio.

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