Un addolcitore è sicuramente la soluzione ideale per chi vuole abbattere la concentrazione di calcare presente nella propria acqua. Installato a monte di un impianto, un addolcitore filtra l’acqua automaticamente grazie alle azione delle resine presenti all’interno.
Ma come funziona un addolcitore?
Un addolcitore si basa su un processo di scambio ionico che elimina i sali di calcio e magnesio sostituendoli con sali di sodio. Le resine, quindi, vengono rigenerate grazie al comune sale che viene aggiunto all’interno dell’addolcitore e che agisce sulle resine durante la fase di rigenerazione.
La scelta dell’addolcitore dipende da diversi fattori. I principali sono la durezza da abbattere, espressa in gradi francesi, e la quantità di acqua consumata giornalmente.
Partiamo dal primo fattore. La durezza dell’acqua è la misura di ioni di calcio e magnesio presenti nell’acqua. La durezza totale è, quindi, la somma della durezza permanente, che esprime i cationi rimasti in sospensione dopo l’ebollizione dell’acqua, e la durezza temporanea che esprime la concentrazione di idrogenocarbonati presenti nell’acqua prima dell’ebollizione e si ottiene dalla differenza tra la durezza totale e la durezza permanente.
Quindi la durezza esprime i cloruri, solfati, nitrati e carbonati presenti nell’acqua che, per ebollizione o evaporazione, precipitano formando quella patina di calcare che vediamo spesso nelle stoviglie dopo un lavaggio o dopo aver cucinato.
In Italia, la durezza viene convenzionalmente espressa in gradi francesi (°f) corrispondente a 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua. Quindi 1°f = 10 mg/l = 10 ppm.
La durezza dell’acqua può essere classificata come segue:
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– fino a 4°f : acqua molto dolce
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– da 4°f a 8°f : acqua dolce
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– da 8°f a 12°f : acqua mediamente dura
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– da 12°f a 18°f : acqua discretamente dura
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– da 18°f a 30°f : acqua dura
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– oltre 30°f : acqua molto dura
Il secondo fattore da prendere in considerazione per la scelta di un addolcitore è il consumo di acqua giornaliero. Questo fattore è determinante in quanto ogni modello di addolcimento riesce ad addolcire un certo quantitativo di acqua al minuto. In genere, si considerano 150 litri di acqua consumata a persona nell’arco di una giornata. Scegliere un addolcitore con una portata inferiore potrebbe portare il sistema a non garantire la sufficiente quantità di acqua addolcita richiesta. Il consumo giornaliero ci dà anche la misura della quantità di acqua addolcita tra una rigenerazione e l’altra. Questo fattore, infatti, ci indica quanta acqua addolcita occorre per soddisfare le esigenze dell’utenza. Un addolcitore, in base alla durezza da abbattere e al consumo giornaliero di acqua, fornisce una certa quantità di acqua addolcita. Maggiore è il volume di resine e maggiore è la quantità di acqua addolcita. Scegliere un addolcitore sottodimensionato comporta, in questo caso, un elevato numero di rigenerazioni settimanali con un elevato consumo di acqua e sale.
Proviamo a fare un esempio.
La signora Maria abita un una casa indipendente con suo marito ed i suoi due figli di 12 e 15 anni.
Da quando si sono trasferiti nella nuova abitazione si sono accorti che l’acqua è particolarmente dura.
In effetti, in poco tempo hanno dovuto sostituire lo scambiatore della caldaia ed hanno diversi problemi con i rubinetti del bagno e della cucina.
Il loro idraulico ha misurato con l’apposito kit la durezza dell’acqua ed è risultata una presenza di 38°f, quindi acqua molto dura.
In questo caso, la soluzione ideale per evitare problemi ulteriori all’impianto e all’elettrodomestico è l’installazione di un addolcitore.
Prendiamo i fattori principali per la scelta dell’addolcitore:
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– Durezza in ingresso: 38°f
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– Consumo di acqua: 150 (media litri/giorno a persona) x 4 (persone) = 600 litri/giorno
Ipotizziamo di volere un’acqua in uscita di 10°f. In questo caso l’addolcitore dovrebbe abbattere 28°f (38 – 10).
Quindi, dobbiamo valutare un addolcitore in grado di produrre più di 600 litri/giorno abbattendo una durezza di 28°f.
A questo punto dobbiamo prendere in considerazione la capacità ciclica dell’addolcitore. Cos’è?
E’ la quantità di acqua addolcita che l’addolcitore riesce ad erogare tra una rigenerazione e l’altra e viene espressa in “mc/°f”.
Per ottenere la quantità di acqua effettiva prodotta bisogna dividere il valore della capacità ciclica (generalmente si trova tra i dati tecnici dell’addolcitore) per i °f da abbattere.
Nel caso della signora Maria possiamo valutare la capacità ciclica dell’addolcitore Parkin 18 litri resina, 97 mc/°f.
Quindi:
97 (capacità ciclica)/ 28 (°f da abbattere) = 3,46 mc di acqua addolcita. (3460 litri).
Considerando che la famiglia della signora Maria consuma in media 600 litri al giorno, l’addolcitore andrà ad effettuare una rigenerazione, in media, ogni 5-6 giorni.
L’addolcitore da 18 litri di resina è sicuramente la soluzione ottimale del nostro esempio, in grado di erogare acqua addolcita a sufficienza e di rigenerare non di frequente con un risparmio di acqua e sale.
Basta un addolcitore economico o è necessario dotarsi di uno professionale?
Come abbiamo visto nel caso della signora Maria, la scelta dell’addolcitore dipende da fattori pratici che possono essere valutati insieme all’esperto o all’idraulico di fiducia. Ma gli addolcitori sono tutti uguali? La risposta è no.
Se è vero che ogni addolcitore funziona con lo stesso principio, è altrettanto vero che possano differire in quanto a prestazioni, in particolare consumo di sale e acqua a rigenerazione.
Infatti, quello che si deve verificare, oltre all’adeguatezza dei litri prodotti, sono anche i consumi prodotti durante una rigenerazione.
La rigenerazione è quel momento in cui l’addolcitore, sulla base delle impostazioni, procede con la pulizia delle resine arrivate a saturazione. In genere, le fasi della rigenerazione sono 5:
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– Controlavaggio
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– Aspirazione salamoia
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– Lavaggio lento
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– Lavaggio rapido
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– Riempimento del dispositivo
Durante la rigenerazione l’addolcitore consuma, quindi, acqua e sale per completare tutte le fasi.
In genere, gli addolcitori economici hanno dei consumi maggiori rispetto agli addolcitori professionali. Dal punto di vista funzionale, invece, non esistono sostanziali differenze perché il risultato è il medesimo: l’addolcimento della propria acqua.
Prima di procedere con l’acquisto di un addolcitore è sempre opportuno valutarne le capacità ed i consumi in modo da scegliere non quello più economico ma quello con il miglior rapporto qualità/prezzo in base alle caratteristiche dell’acqua da trattare.