Il 22 marzo 2019 si è svolta la giornata mondiale dedicata all’acqua, un bene prezioso e così maltrattato da allarmare studiosi e scienziati.
Tema di quest’anno è stato “Leaving no one behind”, ovvero non lasciare nessuno indietro.
Partiamo da alcuni importanti dati:
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– 2,1 miliardi di persone vivono senza acqua potabile a casa.
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– 1 scuola primaria su 4 non hanno acqua potabile ed i bambini bevono acqua non sicura o soffrono la sete.
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– Più di 700 bambini sotto i 5 anni di età muoiono per diarrea causata dall’utilizzo di acqua non sicura e scarsa igiene.
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– Nel mondo, l’80% delle persone che devono usare sorgenti d’acque pericolose vivono in aree rurali.
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– In 8 famiglie su 10 le donne e le ragazze sono responsabili della raccolta dell’acqua e, spesso, devono affrontare diversi chilometri per poterla recuparare.
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– Per 68,5 milioni di persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case, l’accesso ai servizi idrici sicuri è altamente problematico.
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– 159 milioni di persone raccolgono l’acqua da bere da fonti superficiali, come stagni o torrenti.
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– Circa 4 miliardi di persone, circa 2/3 della popolazione mondiale, vivono una situazione di grave carestia almeno un mese all’anno.
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– Oltre 800 donne muoiono ogni giorno per complicazioni durante la gravidanza o il parto.
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– 700 milioni di persone potrebbero rimanere senza casa a causa della siccità entro il 2030.
Questi dati, da soli, riescono ad evidenziare l’enorme pericolo che stiamo correndo a causa di un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche a discapito di moltissime persone che, invece, non hanno la possibilità di godere di questo prezioso elemento.
“Non lasciare nessuno indietro” nasce proprio dalla necessità di garantire entro il 2030 acqua potabile a tutte le persone, nessuna esclusa, sulla base di uno sviluppo sostenibile.
Ad oggi, miliardi di persone vivono, ancora, senza acqua potabile e nelle loro famiglie, nelle loro scuole e nei loro luoghi di lavoro lottano per sopravvivere ogni giorno.
Gruppi emarginati, profughi, donne, bambini, indigeni. Sono moltissime le persone che non possono accedere all’acqua potabile di cui hanno bisogno.
Nel 2010 l’ONU ha riconosciuto il diritto alla sicurezza e all’acqua potabile come valore essenziale per tutti per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani.
Quindi, il Water Day di quest’anno ha voluto evidenziare che l’acqua è un diritto per tutti, senza distinzioni sia per quanto riguarda l’acqua potabile che per l’acqua necessaria per l’igiene, per la preparazione dei cibi e per pulire i panni.
Esiste una grave disparità di trattamento tra una piccola fetta di abitanti del pianeta e la grande maggioranza. Se ci pensiamo bene, oltre all’acqua che generalmente utilizziamo in casa, esiste una grande quantità impiegata, ad esempio, per produrre quei beni che consumiamo ogni giorno.
Un articolo pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences” (Pnas) ha evidenziato il volume di acqua consumata nel mondo tra lavorazione agricola o industriale e commercio globale. In base a questo studio operato da due scienziati nei Paesi Bassi, l’acqua utilizzata per la produzione e commercializzazione dei beni è stata suddivisa in
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– Acqua piovana
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– Acqua proveniente da falde
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– Acqua di superficie
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– Acque inquinate
Dall’analisi svolta è emerso che ognuno di noi consuma indirettamente 1383 metri cubi di acqua all’anno, l’equivalente di circa 8650 vasche da bagno piene.
Nella decade presa in considerazione, ovvero tra il 1996 e il 2005, è stato calcolato che l‘ impronta idrica dell’umanità è stata di 9087 miliardi di metri cubi d’acqua. La produzione agricola è responsabile del 92% dei consumi globali. Quella industriale del 4,4% e quella domestica del 3,6%. Tra i prodotti alimentari destinati al consumo nazionale che richiedono più acqua, troviamo i cereali (27%) seguiti dalla carne (22%) e dai latticini (7%).
Ma i consumi globali non dipendono solo dalla produzione di massa ma anche dalla commercializzazione. Sempre secondo lo studio, la maggior parte dei flussi d’acqua virtuali dissipati durante l’esportazione e l’importazione di merci, circa il 76%, è collegata alla commercializzazione di prodotti agricoli e derivati, prodotti industriali e carne bovina.
Questo scenario di consumi di acqua, dunque, contrasta rispetto ai numeri che le Nazioni Unite hanno pubblicato relativamente alla mancata disponibilità idrica per la maggior parte degli abitanti del Pianeta ed evidenziata in occasione del Water Day 2019.
Come evidenziato dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, 68,5 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette ad abbandonare le proprie case nel solo 2017, più di tutta la popolazione della Thailandia, una persona ogni due secondi.
L’acqua, dunque, come bene prezioso. Un elemento scontato per molti ma irraggiungibile per molti altri. Il Water Day del 2019 ha voluto evidenziare questa disparità proponendo azioni concrete per poter garantire entro il 2030 acqua potabile per tutte le persone del Pianeta.
Un obiettivo coraggioso, ambizioso e, per alcuni, irrealizzabile. Ma non per questo dobbiamo smettere di crederci.
Ognuno di noi può fare la differenza evitando sprechi ed avendo cura della nostra acqua.